Decreto Cultura e Turismo - Le agevolazioni per chi investe nel digitale
Lavori nel settore turistico e sei ancora indeciso se sia opportuno o meno investire nel digitale? In questo post ti parliamo del decreto Cultura convertito qualche giorno fa in legge e che ha, fra i suoi punti cardini, il riconoscimento di un credito d'imposta del trenta per cento per i costi sostenuti nel settore dei nuovi media.
«Finalmente anche in Italia ci sono strumenti fiscali adeguati per sostenere la cultura e rilanciare il turismo» ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, il quale ha aggiunto: «Questa legge abbatte due barriere: quella del rapporto tra pubblico e privato e quella della separazione tra la tutela e la valorizzazione, che per troppo tempo hanno monopolizzato il dibattito italiano. Adesso non ci sono più scuse: veniamo da anni di tagli ed è arrivato il momento di investire».
A dire il vero, di scuse ce ne sarebbero ancora tante, sia per chi lavora nel ramo turistico, sia per chi, come noi, cerca di ritagliarsi un proprio spazio nell'ambito dei servizi web. Per il momento, comunque, preferiamo evitare le polemiche e concentrarci sui vantaggi che questo credito d'imposta potrebbe offrire ai soggetti che operano nel settore turistico.
Per i periodi che vanno dal 2015 al 2019, dunque, viene ora riconosciuto un credito d'imposta del trenta per cento dei costi sostenuti per gli investimenti in ambito digitale, fino ad un importo massimo complessivo di 12.500 euro. A beneficiare di questo provvedimento non saranno solo le aziende ricettive, ovvero tutte quelle strutture in grado di offrire la possibilità di pernottamento ai turisti, come esercizi alberghieri, bed & breakfast e ostelli, ma anche le agenzie di viaggio e i tour operator specializzati nel turismo incoming, quello cioé che mira a portare turisti in Italia, sebbene poi questi ultimi due tipi di attività abbiano accesso a questo credito solo per i primi tre anni.
Il credito d'imposta viene riconosciuto per le spese relative all'acquisto di siti e portali web, inclusa l'ottimizzazione per i sistemi di comunicazione mobile, per l'acquisto di applicazioni integrabili all'interno di siti e piattaforme social, e per i servizi di comunicazione e marketing in rete. Sono incluse nel credito di imposta anche le spese per la progettazione, la realizzazione e la promozione digitale di quegli strumenti che offrono ospitalità alle persone disabili, nonché l'acquisto di impianti wi-fi.
Concludendo, è probabile che la legge, da poco approvata in Senato, non dia i risultati auspicati dal Ministro Franceschini, ma il credito d'imposta può rivelarsi uno strumento davvero utile per tutte quelle imprese che vogliono mettersi in discussione e adattarsi ad uno scenario economico che cambia incessantemente.